Una fonte della sicurezza israeliana ha affermato che “il valico di Rafah non verrà aperto oggi e non si sa nemmeno quando ciò accadrà”. Lo scrive Ynet. La fonte ha aggiunto che “non è possibile farlo nemmeno dal punto di vista logistico. Dobbiamo recarci nella zona per controllare e inviare una squadra di avanguardia, ma questo richiede tempo. Si stima che con tutta probabilità si deciderà di tenere chiuso anche il valico anche domani”. La stessa fonte ha inoltre affermato che 600 camion di aiuti umanitari stanno entrando da Kerem Shalom, in conformità con l’accordo.
Secondo fonti del Times of Israel, l’apertura del valico di Rafah è prevista per domani, sotto la supervisione della Missione di assistenza alle frontiere dell’Unione europea. Sarà aperto sia alle persone che ai veicoli.
Il comandante del comando centrale Usa, Centcom, l’ammiraglio Brad Cooper, ha chiesto “con urgenza ad Hamas di sospendere immediatamente la violenza e gli spari contro civili palestinesi innocenti, sia nelle zone di Gaza che controlla sia in quelle protette dalle Idf dietro la Linea Gialla”. In una nota pubblicata sugli account social del Comando l’ammiraglio sottolinea che “questa è un’opportunità storica per la pace. Hamas dovrebbe coglierla ritirandosi completamente, aderendo rigorosamente al piano di pace in 20 punti del presidente Trump e consegnando le armi senza indugi”.
Uno dei quattro corpi restituiti a Israele da Gaza durante la notte non è quello di un ostaggio, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, scrive Ynet, specificando che solo tre dei quattro corpi consegnati da Hamas appartengono a israeliani rapiti durante l’assalto del 7 ottobre 2023 e che sono Eitan Levy, Tamir Nimrodi e Uriel Baruch. L’Istituto di Medicina Legale Abu Kabir ha confermato le identificazioni questa mattina: il quarto corpo, inizialmente ritenuto di un altro ostaggio, è stato accertato non appartenente a un israeliano, ma non vi sono dettagli sull’identità del corpo o sulle circostanze del suo trasferimento.
Il negoziatore israeliano per i prigionieri di guerra, Gershon Baskin, afferma che la difficoltà nel restituire i corpi dei prigionieri è dovuta in parte al fatto che diversi comandanti di Hamas che li hanno seppelliti non sono più in vita, oltre alla distruzione della Striscia di Gaza. “Ho portato la questione all’attenzione dell’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff e gli ho detto che sarebbe stato un problema. Gli israeliani stanno già urlando che Hamas sta violando l’accordo. Witkoff mi ha detto: ‘Non permetteremo che ciò accada'”, ha detto Baskin alla CBS News, così come riporta al Jazeera.
“La missione Eubam a Rafah resta in stand-by” e sarà dispiegata “a sostegno del piano di pace per Gaza non appena le condizioni lo consentiranno”. Lo ha detto il portavoce della Commissione europea per gli affari esteri, Anouar El Anouni, nel briefing quotidiano con la stampa. “Come Ue, invitiamo tutte le parti ad attuare pienamente l’accordo senza ulteriori indugi, consentendo l’istituzione di un cessate il fuoco duraturo, il rilascio di tutti gli ostaggi e la distribuzione continuativa degli aiuti umanitari su larga scala verso Gaza”, ha sottolineato.
Un aereo dell’Aeronautica militare israeliana ha attaccato e ucciso due sospetti palestinesi che avevano attraversato la Linea Gialla e si erano diretti verso uno dei clan che si oppongono ad Hamas e verso le truppe. L’Idf sta consentendo ai membri del clan di rimanere nell’area controllata da Israele oltre la Linea Gialla per timore di ritorsioni da parte di Hamas. L’attacco è avvenuto nella zona dove l’Idf si èritirato in base ai termini del cessate il fuoco, nel quartiere orientale di Shejaiya a Gaza City.
Sciopero e manifestazioni in Spagna contro il ‘genocidio’ a Gaza
Organizzazioni sindacali a associazioni studentesche si mobilitano oggi in tutto il territorio spagnolo in solidarietà con il popolo palestinese e per denunciare il “genocidio a Gaza”. Le proteste seguono l’accordo di pace tra Israele e Hamas firmato al vertice di Sharm el-Sheikh. La mobilitazione include scioperi parziali e uno sciopero generale di 24 ore, promosso fra gli altri da la Confederacion General del Trabajo (Cgt), Solidariedad Obrera, Alternativa Sindical de Clase (Asc) e Confederacion Intersindical, assieme ad associazioni come Madrid por Palestina, la Associacion Hispano-Palestina e il movimento ‘Boicot, disinversiones y sanciones’ (Bds) Uion General de Trabajadores (Ugt) e Comisiones Obreras (CcOo), i due principali sindacati, fanno appello ad aderire a uno sciopero parziale di due ore per ogni turno di lavoro.
Il Sindicato de Estudiantes ha indetto un’astensione generale in scuole e università, con manifestazioni previste in oltre 40 città spagnole -incluse Barcellona, Valencia e Siviglia – fra cui una marcia a Madrid, che partirà dalla Stazione di Atocha per raggiungere Puerta del Sol.
Nella capitale iberica è stata convocata una manifestazione unitaria, che partirà alle 19.00 dalla stazione di Atocha per concludersi nella centrale Plaza Callao, in Gran Via. Un altro concentramento è previsto per le 13:00 davanti alla sede del ministero degli Esteri. L’obiettivo, segnalano gli organizzatori in un comunicato, è “denunciare il genocidio contro il popolo palestinese ed esigere il rispetto dei diritti umani e giustizia sociale”.
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