Medio Oriente, nuovo blitz di Israele in Cisgiordania, arresti e feriti: ‘Contrasto al terrorismo’ – Medio Oriente – Ansa.it

Medio Oriente, nuovo blitz di Israele in Cisgiordania, arresti e feriti: ‘Contrasto al terrorismo’ – Medio Oriente – Ansa.it


Israele ha lanciato una “nuova operazione antiterrorismo” nel nordest della Cisgiordania, inviando rinforzi, ruspe ed elicotteri nella zona di Tubas. “L’esercito e lo Shin Bet non permetteranno al terrorismo di prendere piede nell’area e stanno agendo in modo proattivo per contrastarlo”, è l’obiettivo dichiarato in una nota dell’Idf in mattinata, quando l’operazione era già in corso da ore. Fonti locali e l’agenzia palestinese Wafa hanno riferito di decine di arresti – almeno 60 – a Tubas, e nei villaggi di Tammun, Aqaba e Tayassir, mentre la Mezzaluna Rossa ha parlato di dieci feriti, per lo più da “percosse brutali”, di cui 6 trasferiti in ospedale. Le autorità hanno chiuso le scuole per la sicurezza di alunni e insegnanti.

I testimoni hanno raccontato che i soldati hanno fatto irruzione in diverse abitazioni, vandalizzandole, e chiuso molte strade nel governatorato di Tubas per istituire posti di blocco. Il sindaco di Tubas, Mahmoud Daraghmah, citato da Times of Israel, ha aggiunto che l’Idf ha imposto il coprifuoco e che “in mattinata gli elicotteri Apache hanno sparato contro la popolazione”, mentre il primo cittadino di Tammun, Samir Basharat, sarebbe tra gli arrestati.

L’esercito ha poi fornito un suo resoconto a fine giornata, spiegando che il blitz è scattato “a seguito di un’identificazione preliminare da parte dell’intelligence di tentativi di stabilire roccaforti e di costruire infrastrutture terroristiche nella zona”. E ha confermato che “le forze aeree hanno colpito per isolare la zona, prima dell’ingresso” dei soldati e che sono state avviate “perquisizioni” che hanno portato alla scoperta di una “sala di controllo” e alla confisca di “fondi destinali al terrorismo”.

L’Idf aveva già condotto un’operazione nella zona, nel campo profughi di Faraa a sud di Tubas, lo scorso febbraio e le autorità locali avevano denunciato lo sfollamento di centinaia di abitanti. A settembre, l’esercito aveva riferito di aver ucciso nella stessa regione degli uomini armati che stavano preparando un attacco. Hamas e la Jihad islamica palestinese hanno condannato l’operazione dell’Idf, ritenendola parte del piano di Israele per annettere la Cisgiordania, dove continuano anche gli attacchi dei coloni estremisti contro i palestinesi e i loro raccolti.

A Gaza intanto l’Idf continua a dare la caccia ai miliziani di Hamas rimasti bloccati nei tunnel di Rafah, sotto l’aera controllata da Israele, appena tentano la fuga in superficie. Non è chiaro quanti siano ancora quelli rimasti intrappolati, le ultime stime parlano tra i 60 e gli 80 uomini. L’esercito ha affermato di averne uccisi 20 e arrestati 8 solo nell’ultima settimana: uno è stato “eliminato” stamattina da un raid aereo, altri tre in uno “scontro a fuoco ravvicinato” quando le truppe di terra sono entrate in una struttura per verificare l’esito dell’attacco dal cielo. Non c’è più traccia però delle trattative che gli Stati Uniti avevano fin qui incoraggiato per risolvere la questione – che rischiava di mettere a repentaglio il cessate il fuoco – cercando di convincere Israele a lasciarli andare all’estero o nella zona della Striscia controllata da Hamas. L’Idf sembra piuttosto aspettare che i miliziani escano alla spicciolata, spinti dalla fame e allo stremo delle forze, per catturarli o ucciderli.

Al Libano, dove si attende la visita del Papa, è arrivato l’ultimatum del ministro della Difesa, Israel Katz: “O Hezbollah si disarma entro l’anno, o Israele sarà costretto a intervenire con forza” contro le minacce allo Stato ebraico. “Non ci sarà calma a Beirut né ordine e stabilità in Libano finché non sarà garantita la sicurezza di Israele”, ha aggiunto Katz evocando l’attacco mirato di domenica contro il capo militare del movimento filo-iraniano, Ali Tabatabai.

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