Un percorso ad ostacoli ma che porterà ad una svolta incredibile. JD Vance e Benjamin Netanyahu ammettono che i prossimi passi nel cammino verso una pace duratura a Gaza saranno i più difficili, come il disarmo di Hamas, ma esprimono ottimismo sulla riuscita. Mentre la Knesset approva, con una votazione preliminare, un disegno di legge per applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania.
Dopo giorni che si rincorrevano voci sui timori di Donald Trump che l’amico Bibi potesse rompere la tregua, nell’incontro a Gerusalemme il vice presidente americano ha voluto precisare che la sua missione non era volta a monitorare Israele “come una babysitter con un bimbo piccolo” e che lo Stato ebraico “non è un vassallo degli Stati Uniti”, come ha detto il premier israeliano. Ma è chiaro che l’obiettivo di Vance, Steve Witkoff e Jared Kushner è evitare che Netanyahu ricominci con un attacco totale contro Hamas. “Abbiamo davanti a noi un compito molto, molto arduo: disarmare Hamas e ricostruire Gaza, migliorare la vita della popolazione di Gaza e garantire che Hamas non rappresenti più una minaccia per i nostri amici in Israele. Non è facile. Non ho mai detto che fosse facile. Ma sono ottimista sul fatto che il cessate il fuoco reggerà e che potremo effettivamente costruire un futuro migliore per l’intero Medio Oriente… Ma questo richiederà un po’ di lavoro”, ha dichiarato il numero due di Trump nella conferenza stampa dopo il colloquio.
“Stiamo semplicemente creando un giorno dopo incredibile con una visione completamente nuova di come avere un governo civile, di come garantire la sicurezza lì, di chi potrebbe garantire tale sicurezza lì. Non sarà facile, ma penso che sia possibile… stiamo davvero creando un piano di pace e un’infrastruttura là dove non esisteva nulla nemmeno una settimana e un giorno fa. Ci vorrà molto lavoro. Ci vorrà molta ingegnosità”, gli ha fatto eco il premier israeliano. Poi Bibi ha puntualizzato che Stati Uniti e Israele hanno “una partnership e “condividono valori e obiettivi comuni. Possiamo discutere, possiamo avere disaccordi ma nel complesso no e nell’ultimo anno abbiamo raggiunto un accordo non solo sugli obiettivi, ma anche su come raggiungerli”.
Tra i nodi più complicati ancora da sciogliere il disarmo di Hamas e il ruolo che gli Stati Uniti e i loro alleati prevedono per l’Autorità palestinese a Gaza. Oltre a quello degli stessi americani in Medio Oriente. Sul primo punto, Vance si è rifiutato di fornire dettagli. “Continueremo a lavorarci”, si è limitato a rispondere dopo aver detto che non ci sono “deadline” e bisogna essere “flessibili” se si vuole ottenere un risultato.
Sulla questione dell’Anp, Netanyahu ha sempre escluso di consentirle di controllare la Striscia di Gaza del dopoguerra, ma proprio in questi giorni il vice presidente Hussein al-Sheikh e il capo dell’intelligence Majed Fara sono volati al Cairo per incontrare funzionari egiziani e discutere del futuro. Nel frattempo il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha avuto un colloquio a Doha con il presidente del Consiglio Shura di Hamas, Muhammad Ismail Darwish, e membri dell’ufficio politico dell’organizzazione palestinese. All’incontro nella capitale del Qatar ha partecipato anche il capo dei servizi segreti di Ankara, Ibrahim Kalin.
Il gruppo militante ha assicurato ai mediatori che fermerà le esecuzioni pubbliche di membri di bande rivali per non dare a Israele una scusa per riprendere i combattimenti. “Siamo determinati a far sì che questo accordo resti valido. Durerà, perché vogliamo che duri”, ha dichiarato il leader di Hamas, Khalil al-Hayya.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
