Una norma per consentire ai sindaci di operare in contesti di emergenza senza il timore di “sovraesporsi” sul piano penale e al massimo delle proprie energie, ma sempre nel rispetto delle linee generali assegnate all’autorità locale. A prevederlo è un disegno di legge sulla protezione civile varato in consiglio dei ministri che tra gli obiettivi si pone quello di “chiarire e definire il regime di responsabilità penale applicabile agli operatori, alle autorità e ai volontari di protezione civile nel momento in cui svolgono la loro attività”.
“Non uno scudo”, come ribadito più volte dal ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, ma la consapevolezza che per colpa lieve, durante o dopo un’emergenza, si possa sbagliare senza però correre il rischio di “andare in galera”, se le raccomandazioni previste dalle linee guida o le buone pratiche di protezione civile sono state rispettate.
Per valutare la responsabilità dell’autorità o dell’operatore – a cui anche è rivolta la norma – nella gestione di un terremoto, un alluvione o un incendio bisognerà, dunque, tener conto di alcuni aspetti come “l’imprevedibilità degli eventi e la disponibilità delle risorse umane e strumentali”. Il giudice, inoltre, dovrà prendere in considerazione le “condizioni oggettive della soglia di incertezza scientifica e del contesto d’urgenza nei quali vengono effettuate le valutazioni e adottate le decisioni”, ha spiegato ancora Musumeci.
Il regime speciale consentirà così al volontario, all’operatore di protezione civile, ma anche all’autorità, “di potere lavorare in una condizione tale da potere rendere il massimo delle proprie energie”. Sempre ricordando che la norma non concede “impunità” né protezione penale, ma appunto la possibilità di agire “senza freno” davanti a un’emergenza o calamità naturale. Si tratta di “tenere conto della specificità della propria funzione che porta ad assumere decisioni importanti nello spazio di pochi secondi”.
    Intanto, nelle prossime settimane è previsto un incontro sul tema con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, “con il quale abbiamo concordato questa linea che non è di difesa, ma di razionale equilibrio”, ha fatto sapere Musumeci. 
    L’altro obiettivo del ddl riguarda poi l’istituzione di una sezione speciale da inserire nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale in cui va configurato l’operatore di protezione civile perché “speciale è la propria attività” e, dunque, per il ministro, il volontario o funzionario non può essere considerato “come un lavoratore dipendente di qualunque altro settore, sezione o dipartimento dello Stato”. 
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