Nel cervello potrebbe nascondersi un‘arma naturale contro l’accumulo delle placche tossiche tipico della malattia di Alzheimer: sono gli astrociti, cellule a forma di stella che svolgono funzioni indispensabili di supporto ai neuroni e che sono in grado, se attivate, di rimuovere le placche e preservare le funzioni cognitive. Lo indica lo studio condotto su topi pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience e condotto al Baylor College of Medicine di Houston, in Texas. I risultati aprono a nuove possibili terapie che sfruttino le capacità degli astrociti per rallentare e contrastare il declino cognitivo associato alle malattie neurodegenerative.
I ricercatori coordinati da Benjamin Deneen hanno cercato di identificare i meccanismi associati all’invecchiamento degli astrociti e al loro comportamento in caso di malattia, concentrandosi in particolare sulla proteina Sox9, regolatrice chiave di molti geni. Hanno quindi manipolato geneticamente i topi affetti da Alzheimer per fare in modo che la produzione di questa proteina fosse ridotta oppure aumentata.
I due interventi hanno avuto effetti opposti: la mancanza di Sox9 ha accelerato la formazione delle placche nel cervello, mentre la sua concentrazione più elevata ha invertito la tendenza, aiutando gli astrociti a rimuovere le placche e preservando le funzioni cognitive degli animali.
“La maggior parte dei trattamenti attuali – dice Deneen – si concentra sui neuroni o cerca di prevenire la formazione di placche amiloidi. Questo studio suggerisce che potenziare la naturale capacità degli astrociti di ripulire il cervello – aggiunge il ricercatore – potrebbe essere altrettanto importante”.
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