“Riteniamo che questa educazione debba avvenire in famiglia e si dà con l’esempio del rispetto verso l’altro, indipendentemente dal sesso, dalla religione e da qualunque differenza. L’educazione sessuale nelle scuole se venisse inserita in modo settoriale rischia di fare la stessa fine dell’insegnamento dell’educazione civica”, ha detto il ministro della giustizia Carlo Nordio intervistato a SkyTg24 a proposito dell’emendamento della Lega che ha introdotto il divieto di parlare di temi legati all’educazione sessuale alla scuola media e in quella primaria.
Save the Children, fondamentale l’educazione sessuale a scuola
“Per fermare la violenza maschile contro le donne e le ragazze occorre prima di tutto agire sulla prevenzione, con azioni educative, di informazione, sensibilizzazione e formazione, fin dalle età più giovani. Per questo auspichiamo che il Parlamento modifichi l’emendamento al ddl sul consenso informato approvato ieri in commissione Cultura alla Camera che estende anche alle secondarie di primo grado il divieto di svolgere attività didattiche e progettuali sui temi della sessualità, limitandone quindi la possibilità alle sole secondarie di secondo grado sempre e solo con il consenso dei genitori”. Lo dichiara Giorgia D’Errico, direttrice Relazioni istituzionali di Save the Children.
“È fondamentale – prosegue D’Errico – introdurre percorsi obbligatori di educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole all’interno dei piani formativi, rivolti ai minori e delineati tenendo conto dell’età dei beneficiari, in linea con le Linee guida Unesco e gli Standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per diffondere una cultura del rispetto e del consenso e agire precocemente sugli stereotipi che sono alla base della violenza. I programmi di educazione all’affettività e alla sessualità che rispondono a questi standard sono più efficaci se avviati precocemente e ne sono dimostrati i benefici per la riduzione di comportamenti a rischio e la prevenzione di abusi e violenze”.
“Da una ricerca condotta dalla nostra Organizzazione, emerge che attualmente solo il 47% degli adolescenti, ovvero meno di una/o su due, ha ricevuto un’educazione sessuale a scuola, una percentuale che scende al 37% al Sud e nelle Isole. La stessa indagine ha evidenziato inoltre che il 91% dei genitori ritiene utile l’introduzione di questi percorsi obbligatori a scuola. È necessario fornire a tutte e tutti gli strumenti per crescere come adulti consapevoli e in grado di costruire relazioni affettive sane, rispettose e paritarie”, conclude D’Errico.
Una Nessuna Centomila, Lega oscurantista sul Ddl Valditara
Nella “stessa giornata del femminicidio di Pamela Genini, il 77° femminicidio dell’anno, è stato approvato in Commissione Cultura alla Camera un emendamento della Lega per negare, vietare progetti di educazione sessuale alle scuole secondarie di primo grado. Un paradosso. L’opinione pubblica s’interroga come rendere introdurre strumenti di prevenzione contro la violenza sulle donne attraverso l’educazione sessuoaffettiva a scuola e il Governo spazza via qualsiasi possibilità di intervenire affinché le cose cambino”.
Così la Fondazione Una Nessuna Centomila, tramite la vicepresidente Celeste Costantino, stigmatizza il nuovo “passo indietro” fatto su ddl Valditara con l’approvazione dell’emendamento della leghista Giorgia Latini che introduce un divieto totale per scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di “attività didattiche e progettuali nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualità”.
L’emendamento approvato ha esteso il divieto anche alla scuola secondaria di primo grado, che inizialmente non era inclusa nella versione originaria del provvedimento. Durissima la presa di posizione della Fondazione Una Nessuna Centomila che, ricorda, nei suoi tre anni di attività ha concentrato proprio sulla scuola media i suoi sforzi e progetti di educazione “perché pensiamo che la preadolescenza, in questo momento storico, sia particolarmente vulnerabile”.
“I dati li conosciamo solo noi o anche il Governo? Lo sa il Ministro Valditara e l’onorevole Latini che si è abbassata di gran lunga l’età di accesso alla pornografia on line? Lo sanno che la maggior parte della pornografia sono degli stupri filmati? In cui la donna subisce il rapporto sessuale? Lo sanno che sono aumentate tra i giovanissimi le malattie trasmettibili per via sessuale? Ancora adesso i dati ci dicono che la violenza sulle donne più diffusa è quella domestica, che è in aumento la violenza assistita. In queste famiglie chi la fa l’educazione sentimentale?”.
Per Costantino “negare tutto questo alla nostra società significa negare i problemi e le possibili soluzioni. È un atteggiamento oscurantista, anacronistico. Questo sì ideologico”.
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