“All’inizio i cantori e i direttori dei cori salivano sul palco a titolo totalmente amatoriale. Oggi sono laureati, studiano musica, sanno comporre e sono in grado di tirare su repertori totalmente nuovi, oltre i classici che saranno cantati sempre”. Pietro Pala, 64 anni, da 46 nel coro Ortobene, è un profondo conoscitore di questa arte canora diventata quasi un unicum nel panorama nazionale per il suo potere aggregante all’interno di una città.
E’ lui a firmare come autore, sceneggiatore e ideatore il docu-film ‘Nuoro, la città che IN-canta’, per la regia di Valeria Polimene, un’opera che celebra i 70 anni di storia dei cori del capoluogo bararicino, dalla nascita del primo nel 1954, ai due gruppi che si formano nel 1966, fino ai 14 cori di oggi .
“Sono circa 20 voci in ogni coro e, moltiplicato per 14 formazioni presenti, fanno 300 persone che si uniscono e fanno musica – racconta Pala all’ANSA – Una pratica che non può essere catalogabile solo come espressione artistica perché centinaia di persone che si aggregano coinvolgono ognuno le loro famiglie e i loro amici, dando vita a una socialità diffusa che nella nostra città fa numeri più alti dei raduni di calcio”.
Il docu-film accende i riflettori sui cori di Nuoro, Barbagia, Amici del Folklore, Ortobene, Grazia Deledda, Su Nugoresu, Nugoro Amada, Canarjos, Bendas e Su Redentore: davanti alla macchina da prese raccontano il proprio percorso e la passione che permea quest’arte musicale. Le immagini aeree accompagnano i cori fornendo pietre preziose che ritraggono Nuoro e i suoi scorci, documentando un viaggio appassionante nella città.
“Brani come Non Potho reposare, Nugoro Amada, Sa Nugorese sono i classici senza tempo, i cavalli di battaglia dei cori nuoresi e portano in dote arte storia, identità e cultura”, spiega ancora Pala, autore tra l’altro di otto libri, di partiture teatrali e di poesie, scritti sia in lingua sarda che in italiano. Ma il docu-film testimonia anche l’evoluzione della tradizione canora nuorese.
“Identità, tradizione e studio di questi 70 anni meritano di essere raccontati – dice convinto l’autore dello docu – Lasciano ai posteri il grande patrimonio della lingua sarda nuorese, che attraverso il canto è stata salvata dall’estinzione precoce, ma lasciano anche una peculiarità come l’ aggregazione. I cori sono capaci di aggregare quale che sia la professione, il lignaggio, il credo politico, passando quella famosa livella di Totò, siamo tutti uguali”.
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