La Corte dei Conti “non ha ammesso al visto” il terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il ministero dei Trasporti e la Società Stretto di Messina che regola i rapporti tra la stessa società Stretto di Messina in in quanto concessionaria delle opere per il Ponte sullo Stretto e il Mit, come amministrazione concedente e vigilante. Lo annuncia la stessa magistratura contabile in una nota precisando che “le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note entro trenta giorni, con apposita Deliberazione”.
“La Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei conti, all’esito della Camera di consiglio seguita all’adunanza di oggi, 17 novembre 2025, – si legge in una nota – non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione il decreto dell’1 agosto 2025, n. 190, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, adottato ai sensi dell’articolo 2, comma 8, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 58, recante ‘Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria’. Approvazione III Atto aggiuntivo alla convenzione del 30 dicembre 2003, n. 3077, fra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la società Stretto di Messina spa”.
L’atto aggiuntivo in questione è strettamente interconnesso con la delibera di agosto del Cipess che riguardava l’assegnazione delle risorse e l’approvazione del progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto e alla quale la Corte dei Conti aveva già negato il visto di legittimità a fine ottobre scorso.
“Nessuna sorpresa: è l’inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei Conti. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso”, commenta il ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
“La Corte dei Conti blocca il decreto sul terzo Atto aggiuntivo del Ponte sullo Stretto: un altro no che smonta sia il Ponte sia la propaganda salviniana. Un atto fondamentale del Governo viene respinto perché non conforme, segnando l’ennesima prova dell’approssimazione con cui il Ministro insiste su un progetto utile solo alla sua campagna elettorale permanente. Ancora una volta i fatti smentiscono i suoi slogan. In un mondo ideale, il Ministro competente – e palesemente incompetente su tutte le altre infrastrutture nazionali – avrebbe già rassegnato le dimissioni”. Lo afferma in una nota il senatore del M5s Pietro Lorefice.
“La decisione della Corte dei conti di non ammettere al visto di legittimità il decreto MIT-MEF sul terzo atto aggiuntivo della convenzione del Ponte sullo Stretto è di una gravità assoluta”, commenta in una nota Angelo Bonelli, parlamentare AVS e co-portavoce di Europa Verde. “Significa che il governo Meloni stava impegnando fondi pubblici dentro un quadro ritenuto non legittimo, per un’opera da 14 miliardi di euro senza alcuna certezza tecnica, ambientale o giuridica: risorse sottratte a ferrovie, scuole, sanità e sicurezza del territorio. Sono pronto a denunciare il governo anche alla Procura europea se dovesse insistere. Ignorare il pronunciamento della Corte significherebbe assumersi responsabilità pesantissime, anche sul piano giuridico”.
Per Bonelli “la Corte renderà note le motivazioni entro trenta giorni, ma il messaggio è già inequivocabile: il Ponte sullo Stretto è un progetto portato avanti forzando procedure, fuori da un quadro di legalità e dentro una spirale propagandistica che sta già dissanguando le casse pubbliche. E la bocciatura odierna preclude di fatto la possibilità di sottoscrivere l’accordo di programma tra MIT, MEF e la società Stretto di Messina per definire gli impegni amministrativi e finanziari necessari alla progettazione e alla realizzazione del Ponte. Viene meno, dunque, l’intero impianto giuridico-amministrativo che regola il rapporto tra lo Stato e la concessionaria. Meloni e Salvini non possono far finta di nulla: se rispettano legalità e cittadini, fermino subito questa operazione opaca, costosissima e inutile”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
