Primo round dei negoziati, Witkoff e Kushner in Egitto. Media: ‘Hamas accetta il disarmo ma rifiuta Blair’ – Medio Oriente – Ansa.it

Primo round dei negoziati, Witkoff e Kushner in Egitto. Media: ‘Hamas accetta il disarmo ma rifiuta Blair’ – Medio Oriente – Ansa.it


L’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, e il genero del presidente Jared Kushner “sono arrivati in Egitto per prendere parte al secondo round di colloqui su Gaza”. Lo riferiscono i media del Cairo. 

Hamas, durante il primo round di colloqui ieri a Sharm, in Egitto, “ha chiesto a Israele di cessare il fuoco e ritirare le sue truppe dai quartieri residenziali dell’enclave prima dell’inizio di uno scambio di ostaggi”: lo scrive Sky News Arabia, vicina al governo degli Emirati.

Secondo fonti dei mediatori, Hamas “ha chiesto, come condizioni per un cessate il fuoco, il ritiro delle forze israeliane dalle aree chiave e dai quartieri residenziali di Gaza prima di iniziare il processo di rilascio degli ostaggi”. Inoltre, riferisce la palestinese Ma’an, Hamas continua a insistere per includere nelle liste dei palestinesi da rilasciare in cambio degli ostaggi sei detenuti che stanno scontando l’ergastolo nelle carceri israeliane. Questo sarebbe uno dei temi “più dirimenti”. 

Hamas, nel corso dei colloqui in Egitto, avrebbe “accettato di consegnare le sue armi a un comitato egiziano-palestinese, rifiutando categoricamente di affidare la gestione della Striscia di Gaza a un comitato di transizione internazionale”, secondo quanto scrive l’agenzia Efe dal Cairo citando una fonte palestinese informata.

Hamas “propone di negoziare la gestione di Gaza con l’Autorità Nazionale Palestinese” e “rifiuta la presenza di Tony Blair come governatore di Gaza”, pur “accettando che assuma un ruolo di monitoraggio a distanza”.

Il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi chiede una “spiegazione” al premier Benyamin Netanyahu dopo che nell’intervista con il commentatore politico conservatore Ben Shapiro alla vigilia del 7 ottobre ha detto che gli ostaggi a Gaza sono 46, e non 48 come si ritiene. “Sono stati presi due anni fa, tutti sotto la vostra sorveglianza, quindi vi aggiorneremo: ci sono 48 ostaggi a Gaza”, afferma il forum. “Per noi e per il popolo israeliano che per due anni è sceso in piazza settimana dopo settimana, ognuno di loro è un mondo intero. Ognuno di loro deve tornare a casa, i vivi per la riabilitazione e i caduti per la sepoltura nella loro terra”, prosegue il comunicato. Rivolgendosi direttamente a Netanyahu, le famiglie affermano che ha l’opportunità di porre fine all'”incubo” e restituire tutti gli ostaggi, “48, non 40 e non 46”

l primo round di colloqui a Gaza tra Hamas e i mediatori in Egitto si è concluso “in un clima positivo”: lo ha riferito Al-Qahera News, media collegato all’intelligence del Cairo. I colloqui proseguiranno martedì, sempre tra Hamas e i mediatori, a Sharm El-Sheikh, dove una delegazione israeliana è arrivata lunedì. Si prevede che Israele e Hamas avvieranno colloqui indiretti sui dettagli di una proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per uno scambio di prigionieri e un cessate il fuoco a lungo termine.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in serata ha sottolineato che Hamas “ha accettato alcune cose molto importanti” e che “avremo un accordo presto”. Trump smentisce che ci sia stata tensione tra lui e Benajmin Netanyahu per l’accordo su Gaza. “Non è vero, è stato molto positivo”, ha detto il presidente americano. Greta Thunberg “ha un problema di gestione della rabbia. Penso che dovrebbe consultare un medico. Per essere così giovane è davvero arrabbiata”. Lo ha detto Donald Trump rispondendo ad una domanda sulla Flottilla.

Il primo contatto per discutere del piano di pace Trump è iniziato a Sharm el Sheik. I colloqui indiretti tra Israele e Hamas sono gestiti dai mediatori egiziani e qatarini. Molto poche le informazioni che trapelano, a conferma della delicatezza del momento. Quel che è certo è che il presidente Usa vuole che si faccia in fretta, senza perdere altro tempo prezioso.

Mentre a Gaza piovono ancora bombe, l’Idf spiega di aver colpito diverse cellule di terroristi pronte ad attaccare le truppe.

Il premier Benyamin Netanyau ha inviato un team di medio livello, composto dal vicedirettore del Mossad, il vice dello Shin Bet, il coordinatore per gli ostaggi Gal Hirsch, il generale Nitzan Alon, il consigliere molto vicino al primo ministro Ophir Falk, il capo del Cogat (l’autorità dei Territori) Rassan Alian, e diversi ufficiali dell’Idf. Per la parte di Hamas non è chiaro se il capo negoziatore Khalil al-Hayya, che lunedì mattina era al Cairo, abbia già raggiunto la località turistica egiziana dove si tiene l’incontro. Dal tavolo mancano i big del negoziato: l’inviato speciale Usa Steve Witkoff, il consigliere e genero di Trump Jared Kushner dovrebbero raggiungere Sharm nei prossimi giorni.

Così come Ron Dermer, che guida la squadra israeliana e il capo del Mossad David Barnea. I quattro, secondo indiscrezioni, si metteranno in viaggio dopo i primi giorni di colloqui, quando le ‘questioni tecniche’ saranno state superate. Il capo dell’intelligence egiziana supervisionerà i colloqui e un incontro per finalizzare l’accordo dovrebbe tenersi entro la fine di questa settimana. Un funzionario di Hamas che ha parlato con Al Araby Al Jadeed ha affermato che l’organizzazione ha detto ai mediatori di essere disposta a prendere le distanze dal gruppo di Gaza.

Ma su questa circostanza cruciale non c’è alcuna conferma. Un funzionario statunitense ha dichiarato a Sky news Arabia che la priorità è il rilascio degli ostaggi: “Ci sono molti dettagli su cui bisogna lavorare, ma la priorità è la liberazione dei rapiti, perché questo darebbe un impulso per proseguire con gli altri punti del piano”. Lunedì i quotidiani arabi hanno scritto che Hamas, durante i colloqui in Egitto, chiederà in particolare il rilascio di sette detenuti anziani, i cosiddetti ‘big seven’: Marwan Barghouti (5 ergastoli e 40 anni), Ahmed Saadat (48 ergastoli) , Hassan Salameh Abdullah (35 ergastoli), Ibrahim Hamed (54 ergastoli), Abdullah Barghouti (67 ergastoli e 5200 anni), Abbas al-Sayed (35 ergastoli e centinaia di anni aggiunti), Nayef Barghouti (il detenuto palestinese con la pena più lunga al mondo: dopo aver passato 44 anni in prigione, è stato rilasciato nel 2011 e nuovamente arrestato nel 2014). Sulla questione, Netanyahu ha informato il ministro di ultradestra Itamar Ben Gvir che “i simboli del terrore, guidati da Marwan Barghouti, non saranno inclusi in nessuna fase dell’accordo”. Stesso discorso per i miliziani delle forze d’élite Nukhba di Hamas arrestati dopo aver preso parte ai massacri del 7 ottobre 2023. Israele prevede di presentare una lista di 250 ergastolani che è disposto a rilasciare, sui 280 attualmente detenuti.

Secondo il piano di Trump, Israele dovrebbe rilasciare anche 1.700 detenuti di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre.. Israele sta mantenendo segreti i dettagli dei negoziati, come si vede anche dall’assenza di dichiarazioni.

Per Hamas invece hanno parlato in forma anonima diversi rappresentanti: quel che emerge è che, come nei precedenti round di negoziati, esigerà garanzie per il cessate il fuoco, richiederà modifiche sul ritiro dell’Idf e solo successivamente si parlerà di disarmo ed esilio. Washington e Gerusalemme, ha riferito la tv Kan, stanno mostrando grande ottimismo e sperano di raggiungere un accordo per il rilascio degli ostaggi già domenica

Riproduzione riservata © Copyright ANSA



Source link