Le forze russe potrebbero puntare presto verso Sumy, il capoluogo dell’omonima regione del nord ucraino, dove Mosca ha detto di volere realizzare una “fascia di sicurezza” a protezione di quella russa di Kursk, già parzialmente invasa lo scorso anno dalle truppe di Kiev. Il Wall Street Journal scrive che 50.000 soldati russi sono stati schierati a non più di 19 chilometri dalla città, che una decina di giorni fa Vladimir Putin non aveva escluso di potere attaccare.
Le forze russe nella regione sarebbero in proporzione di tre a uno rispetto ai difensori ucraini, precisa il Wsj. Dieci giorni fa, parlando al Forum economico di San Pietroburgo davanti a una platea internazionale, il presidente russo aveva ribadito di volere creare una fascia di sicurezza in territorio ucraino con una profondità “tra i 10 e i 12 chilometri”. “Più in là c’è Sumy, il capoluogo regionale – aveva aggiunto Putin -.
Non abbiamo questo obiettivo, di conquistare Sumy, ma in principio non lo escludo”.
A Kiev è intanto arrivato a sorpresa il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, che ha accusato Putin di non volere alcuna pace negoziata ma solo “una capitolazione” dell’Ucraina.
Il capo del Cremlino “vuole andare avanti, per una serie di motivi”, ha detto da parte sua Antonio Tajani. In un’intervista al programma ‘Morning News’ di Canale 5, il ministro degli Esteri italiano ha sottolineato di essere sempre stato convinto che “non si sarebbe raggiunto un cessate il fuoco prima della fine di quest’anno” e quindi è “inevitabile” continuare a inasprire le sanzioni contro Mosca.
In controtendenza Donald Trump, secondo il quale basteranno gli attuali bassi prezzi del petrolio per spingere Putin quantomeno a una tregua. “Penso che avremo un cessate il fuoco perché i prezzi del petrolio sono bassi”, ha affermato il presidente Usa, citato da Bloomberg. Senza peraltro fare cenno a quanto detto poche ore prima dal senatore repubblicano Lindsay Graham, secondo il quale lo stesso Trump avrebbe detto ai suoi compagni di partito di “muoversi” sulla legge per imporre nuove sanzioni contro la Russia. La relativa legge citata da Graham prevede tra l’altro di imporre dazi del 500% ai Paesi che continuano a importare petrolio dalla Russia, in primo luogo dunque la Cina e l’India. Il senatore, considerato molto vicino al tycoon, ha detto ad Abc che questi gli ha chiesto di procedere durante una partita di golf. “Approveremo la legge dopo la pausa di luglio e poi il presidente deciderà se firmarla”, ha aggiunto Graham.
Il Cremlino ha risposto di aver preso atto della parole di Graham, ma non si è sbilanciato. “Le posizioni del senatore repubblicano – ha detto il portavoce Dmitry Peskov – sono ben note, a noi e al mondo intero. Graham appartiene a un gruppo di inveterati russofobi, e se fosse stato per lui queste sanzioni sarebbero state imposte da lungo tempo. Ciò avrebbe aiutato una soluzione? Questa è una domanda per coloro che promuovono tali azioni”.
Il ministro degli Esteri ucraino, Denis Shmyhal, ha intanto detto che il presidente Volodymyr Zelensky gli ha comunicato la decisione di partecipare personalmente alla Conferenza di Ricostruzione a Roma, in programma il 10 e 11 luglio.
A Pyongyang, infine, sono state diffuse le immagini del leader Kim Jong-un inginocchiato e in lacrime sulla bara di uno dei soldati nordcoreani caduti combattendo al fianco delle truppe russe per respingere oltre confine gli invasori ucraini dalla regione di Kursk. L’episodio è avvenuto durante un evento commemorativo per il primo anniversario della firma del Trattato di partenariato strategico tra Mosca e Pyongyang, al quale ha partecipato una delegazione russa guidata dalla ministra della Cultura Olga Lyubimova. I media statali hanno anche trasmesso video di Kim che approva piani militari per la regione di Kursk.
Due settimane fa il leader nordcoreano ha deciso di inviare nella regione russa 1.000 sminatori e 5.000 operai militari per contribuire alla ricostruzione dell’area dove si sono svolti pesanti combattimenti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA