Rodrigo Paz prende la guida della Bolivia e riallaccia le relazioni diplomatiche con gli Usa – America Latina – Ansa.it

Rodrigo Paz prende la guida della Bolivia e riallaccia le relazioni diplomatiche con gli Usa – America Latina – Ansa.it


Rodrigo Paz Pereira si è insediato alla presidenza della Bolivia, inaugurando una nuova fase politica ed economica dopo quasi vent’anni di governi di sinistra guidati dal Movimento al Socialismo (Mas) e segnando un cambio di rotta anche nella politica estera, orientata verso una maggiore apertura internazionale. Il primo passo è stato la ripresa dei rapporti diplomatici con gli Usa, interrotti dal 2008. 

Il leader del Partito Democratico Cristiano (Pdc), di centrodestra, eletto al ballottaggio del 19 ottobre con il 54,9% dei voti, ha ricevuto la fascia e la medaglia presidenziale. “Dio, patria e famiglia, sì, giuro”, ha dichiarato il nuovo capo di Stato durante la cerimonia.

Oltre 60 le delegazioni internazionali presenti, tra cui i presidenti di Argentina, Cile, Ecuador, Paraguay e Uruguay, il vicepresidente del Brasile, Geraldo Alckmin, il primo ministro del Perù, Ernesto Álvarez, oltre ai rappresentanti Panamá, Costa Rica, El Salvador, Cina, Unione europea e parlamento spagnolo.

Gli Stati Uniti erano rappresentati dal sottosegretario di Stato Christopher Landau. Paz ha già ristabilito relazioni con Washington, interrotte dal 2008, e ha negoziato un prestito da 3,1 miliardi di dollari con il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Interamericana di Sviluppo e la Banca di Sviluppo dell’America Latina, e ottenuto il sostegno del segretario di Stato americano Marco Rubio.

Il nuovo governo eredita un’economia fragile, segnata dalla carenza di dollari e carburante e da un’inflazione superiore al 20%. Paz ha promesso un modello di “capitalismo per tutti”, con incentivi alle piccole imprese, riduzione dei dazi e maggiore apertura agli investimenti stranieri. Pur avendo il suo partito la maggioranza relativa in Parlamento, il presidente dovrà costruire alleanze, ma il nuovo assetto legislativo, dominato da forze liberali e pro-mercato, potrebbe favorire la sua agenda economica. 

“Mai più la Bolivia vivrà isolata dal mondo o sottomessa a ideologie fallite”, ha dichiarato il neopresidente boliviano durante la cerimonia di insediamento. Paz guiderà un governo di centrodestra dopo quasi vent’anni di amministrazioni di sinistra del Movimento al Socialismo (Mas). Questa discontinuità significa per Paz che “la Bolivia torna al mondo e il mondo torna in Bolivia. Le nostre braccia sono aperte”, ha affermato davanti alle delegazioni straniere.

Il leader del Pdc ha affermato che assume la guida del Paese “in un momento critico”, ereditando “un’economia in rovina, le riserve internazionali più basse degli ultimi trent’anni, inflazione, carenze, debito e sfiducia”, denunciando che le politiche del suo predecessore Luis Arce hanno trasformato la Bolivia in “uno Stato paralizzato, un mostro burocratico incapace di servire il popolo”.


“Ci lasciano la peggiore crisi degli ultimi quarant’anni, un debito di 40 miliardi di dollari, mercati vuoti e salari che non bastano”, ha accusato. “Ci hanno tradito, e il tradimento si paga in Bolivia, perché è il prezzo che sopportano i più umili. E noi difenderemo i più umili”, ha concluso, promettendo un cambio di rotta politico ed economico.

Paz e Landau hanno poi annunciato che Bolivia e Usa ristabiliranno le relazioni diplomatiche a livello di ambasciatori. “Ripristineremo le relazioni”, ha dichiarato il nuovo presidente in un incontro con il rappresentante Usa, il quale ha specificato che le relazioni saranno “a livello di ambasciatori, come avrebbero sempre dovuto essere”. Nel 2008 l’ex presidente  Evo Morales espulse il diplomatico statunitense di più alto rango in Bolivia, accusandolo di sostenere una cospirazione di destra. Washington reagì facendo lo stesso. 

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