Ha superato le 7.000 firme la
raccolta online a sostegno della famiglia che vive nel bosco con
i loro tre figli a Palmoli, paese da 800 anime in provincia di
Chieti. La vicenda ha sollevato un acceso dibattito tra
favorevoli e contrari allo stile di vita della famiglia
anglo-australiana che da anni si è trasferita a vivere in un
bosco in Abruzzo, lontano dalle città e senza gli allacci a
elettricità, gas e acqua. “Per i nostri figli volevamo una vita
diversa e abbiamo deciso di vivere nel bosco. Vogliamo vivere
qui, con i nostri bimbi e i nostri animali”, si sono sempre
difesi i due genitori. Per i figli, una bambina di otto anni e
due gemelli di sei, hanno deciso di affidarsi all’home schooling
con un’insegnante privata molisana.
La vicenda è finita all’attenzione della Procura dei
minorenni dell’Aquila lo scorso anno, dopo che la famiglia finì
in ospedale per un’intossicazione da funghi. Un successivo
controllo dei carabinieri nell’abitazione portò alla
segnalazione che ha ha avuto come conseguenza la sospensione
della potestà genitoriale, confermando comunque l’affidamento
dei minori ai genitori. La prossima settimana, con ogni
probabilità, i magistrati prenderanno una decisione definitiva
sulla potestà, mentre l’avvocato della famiglia, Giovanni
Angelucci, presenterà nei prossimi giorni una serie di
testimonianze a sostegno di quella che ormai è conosciuta da
tutti come la “famiglia nel bosco”. “non c’è alcun disagio, né
violenza – ha ribadito più volte il legale – ma una scelta di
vita ben precisa che mira a preservare il rapporto tra uomo e
natura”.
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