Sarkozy entra in prigione, ‘arrestano un innocente’ – Notizie – Ansa.it

Sarkozy entra in prigione, ‘arrestano un innocente’ – Notizie – Ansa.it


Al suo arrivo nel carcere della Santé, nel sud di Parigi, è stato accolto dalle grida dei detenuti: “Benvenuto Sarkozy! C’è Sarkozy!”: l’ex presidente francese è rinchiuso dalla mattina in una delle prigioni storiche della Francia.

 


 

 A 70 anni, Nicolas Sarkozy è il primo ex presidente di un Paese dell’Unione europea a finire in cella. Sulla strada dalla sua abitazione al carcere parigino, l’ex inquilino dell’Eliseo – ‘Dall’Eliseo a la Santé”, titolano alcuni giornali – ha postato un messaggio su X: “Questa mattina non mettono in carcere un ex presidente della Repubblica, ma un innocente”. Nello stesso messaggio, il fondatore dei Républicains promette di continuare a “denunciare questo scandalo giudiziario, questo calvario che subisco da oltre 10 anni. Stamattina – aggiunge l’ex avvocato passato alla politica – provo un dolore profondo per la Francia, umiliata dall’espressione di una vendetta che ha portato l’odio ad un livello senza precedenti. Non ho dubbi, la verità trionferà. Ma il prezzo da pagare sarà stato enorme”.

I suoi sostenitori, i parenti e gli amici si sono riuniti già dalle prime ore del mattino, su iniziativa del figlio Louis, intorno alla Villa Montmorency, il comprensorio del sedicesimo arrondissement dove l’ex presidente risiede insieme alla moglie Carla Bruni, intonando a più riprese la Marsigliese. Momenti di forte emozione, quando l’ex capo dello Stato, mano nella mano con la moglie torinese, si è diretto verso l’auto che lo attendeva per condurlo in prigione. Oltre un centinaio di persone lo attendevano e lo hanno voluto toccare, gli hanno stretto la mano, qualcuno lo ha abbracciato fra gli applausi e i cori. Sarkozy si è fermato con tutti, salutando e in qualche caso scambiando anche baci. Ha salutato tutti, anche quelli che scandivano il suo nome e gridavano “Liberate Sarkozy” dalle finestre. La Bruni gli è rimasta sempre vicina fino a quando è salito in macchina con l’avvocato Christophe Ingrain, camminando a testa china, senza sorridere. Nelle dichiarazioni rilasciate poco prima al giornale Le Figaro, Sarkozy ha parlato della sua vita come un “romanzo” e si è mostrato più combattivo che mai: “Volevano farmi scomparire, ma questo mi sta facendo rinascere”.

Parlando di un giorno “funesto” per la Francia, i suoi avvocati, Ingain e Jean-Michel Darrois, hanno già depositato la richiesta di scarcerazione. “Non ci sono rischi di ripetere i fatti, né di distruzione delle prove, dal momento che non ce ne sono, né di pressione sui testimoni”, hanno tenuto a puntualizzare. Il giudice e la corte d’appello sono chiamati a rispondere entro un termine di due mesi ma in media, a Parigi, questo genere di risposte arrivano in circa trenta giorni. Sarkozy, condannato a 5 anni, spera di rimanere in cella il più breve tempo possibile ma sa anche che non vi sono certezze. Nella peggiore delle ipotesi, potrebbe restarci fino al momento del processo in appello, nel marzo 2026. “Oggi, in Francia, un uomo innocente viene incarcerato. Non presenta rischi di fuga, non è stato condannato in via definitiva, e tuttavia, viene sbattuto in carcere”: si legge in un messaggio di Giulia Sarkozy, la figlia quattordicenne del presidente emerito, pubblicato sul profilo Instagram di Carla Bruni. “Prego per il nostro Paese, la Francia, a cui si impone lo spettacolo della vergogna. Prego per tutti coloro che non sanno che portano già sulla loro coscienza la responsabilità di un tale errore”. La ragazza, che ha compiuto 14 anni appena due giorni fa (“quest’anno non è un compleanno facile”, ha scritto la mamma) è rimasta abbracciata al fratello fino a che il padre non è salito in auto. “Sono molto fiero di lui. Sono fiero vada in carcere a testa alta, sono totalmente convinto della sua innocenza”, ha detto il fratello, Guillaume Sarkozy a Bfmtv: “Resistenza, resistenza, e testa alta. E’ questa la cosa importante”, ha detto. Il 25 settembre i giudici hanno disposto l’immediata carcerazione di Sarkozy per associazione a delinquere, senza attendere l’appello previsto prima dell’estate. Nelle motivazioni si parla di “gravità eccezionale dei fatti”: l’ex presidente avrebbe consentito ai suoi collaboratori Brice Hortefeux e Claude Guéant di avviare contatti con Tripoli per finanziare la campagna del 2007 con fondi dell’allora regime di Gheddafi. Pur senza prove di “versamenti diretti”, la corte ha rilevato “movimenti finanziari riconducibili alla Libia”. Ma lui continua a rivendicare con forza la sua innocenza.

 

 


 

   

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