SPECIALE CONGRESSO ESMO. Melanoma, l’immunoterapia post-intervento è efficace a 10 anni – Focus Tumore news – Ansa.it

SPECIALE CONGRESSO ESMO. Melanoma, l’immunoterapia post-intervento è efficace a 10 anni – Focus Tumore news – Ansa.it


L’immunoterapia adiuvante, cioè somministrata dopo l’intervento chirurgico, risulta efficace a 10 anni nei pazienti con melanoma resecato ad alto rischio. Lo dimostra lo studio di Fase III CheckMate 238, il primo che conferma l’efficacia dell’immunoterapia post-intervento su questi pazienti per un periodo così lungo. Il tasso di sopravvivenza libera da recidiva a 10 anni è stato infatti del 37 o 44% utilizzando due diversi immunoterapici. Il lavoro è stato presentato da Paolo Ascierto, ordinario di Oncologia all’Università Federico II di Napoli e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, al congresso della European Society For Medical Oncology (Esmo). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista New England Medical Journal of Medicine ed indicano anche un elemento nuovo: l’immunoterapia è più efficace se somministrata al mattino.
    “Questi dati rappresentano il follow-up più lungo mai registrato per un immunoterapico somministrato dopo l’intervento chirurgico del melanoma – spiega Ascierto -. Un’analisi successiva suggerisce inoltre una potenziale migliore efficacia e tollerabilità dell’immunoterapia somministrata prima delle ore 13, un dato che merita ulteriori valutazioni”. Lo studio ha coinvolto un totale di 906 pazienti con melanoma resecato ad alto rischio, divisi in 2 gruppi: nel primo i pazienti hanno ricevuto la molecola immunoterapica nivolumab e nel secondo l’ipilimumab. Tutti i pazienti sono stati seguiti per circa 10 anni. “Ebbene, il nivolumab, un inibitore di PD-1, uno dei ‘freni’ che impediscono al sistema immunitario di attaccare il tumore, ha dimostrato un’efficacia superiore e duratura rispetto alla monoterapia con l’ipilimumab, sia sulla sopravvivenza libera da recidiva e sia sulla sopravvivenza libera da metastasi a distanza”, sottolinea Ascierto. In particolare, il tasso di sopravvivenza libera da recidiva a 10 anni è stato del 44% per i pazienti trattati con nivolumab, rispetto al 37% per quelli trattati con ipilimumab. Uno scarto simile è stato osservato anche sul fronte della sopravvivenza libera da metastasi a distanza: 54% nel gruppo nivolumab in confronto al 48% nel gruppo ipilimumab. 

Più simili i tassi di sopravvivenza globale a 10 anni, pari al 69% con nivolumab e al 65% con ipilimumab. In un’analisi separata sulla stessa coorte di pazienti, i ricercatori hanno inoltre osservato che i pazienti a cui l’immunoterapia è stata somministrata al mattino (prima delle ore 13) la sopravvivenza libera da recidiva a 10 anni è risultata del 44% contro il 38% di chi l’ha ricevuta di pomeriggio. “Ancora più ampio è lo scarto tra i pazienti a cui è stato somministrato solo l’ipilimumab: 43% di sopravvivenza libera da recidiva di mattina contro il 34% – precisa Ascierto -. I dati indicano anche una frequenza numericamente più alta di eventi avversi correlati al trattamento con la somministrazione pomeridiana rispetto a quella mattutina per entrambi i farmaci”.
    E’ dunque evidente, conclude l’esperto, che “il ritmo circadiano influenza l’efficacia e la tollerabilità dell’immunoterapia, un filone di ricerca che merita di essere approfondito”. 
   

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