E’ sempre caccia alle risorse per le possibili correzioni alla legge di bilancio. Un’aliquota agevolata del 12,5%, anziché quella del 26%, per chi decida, entro il 30 giugno 2026, di rivalutare l’oro da investimento in proprio possesso (lingotti, placchette o monete). E’ questa, secondo quanto risulta da una proposta parlamentare, una delle ipotesi allo studio per la cosiddetta tassa sull’oro che potrebbe essere inserita in manovra.
Ipotizzando un’adesione del 10%, la misura darebbe un gettito stimato tra 1,67 e 2,08 miliardi. L’obiettivo della misura, si legge nel documento, è “facilitare l’emersione e la circolazione di oro fisico da investimento, garantendo al tempo stesso un incremento del gettito”.
I punti della manovra sui quali si concentrano le ipotesi di limature sono quelli emersi in questi giorni: dai dividendi alle forze dell’ordine agli affitti brevi. Su quest’ultimo capitolo a insistere sono in particolare FI e Lega mentre fonti di FdI spiegano di considerarlo un tema “importante ma non prioritario”. Tra le misure che vengono date per assodate quella del rifinanziamento per 49 milioni (che andrebbero ad aggiungersi a 25 residui) della legge cosiddetta Cisl sulla partecipazione dei lavoratori alle imprese.
I leader del centrodestra, a quanto si apprende, hanno messo in agenda un nuovo vertice sulla manovra a metà della prossima settimana. Secondo diverse fonti, dovrebbe tenersi giovedì. Prima della partenza per il G20 in Sudafrica, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni tornerà quindi a incontrarsi con i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, e il leader di Noi moderati Maurizio Lupi, in vista del voto degli emendamenti in Senato: un nuovo confronto dopo il vertice di due giorni fa con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
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