Gli investigatori pensano di aver identificato la ragazza trovata morta venerdì scorso in una chiesetta diroccata sopra La Salle, in Valle d’Aosta. I carabinieri stanno infatti sentendo alcune persone, parenti di una giovane di cui non si hanno notizie da alcuni giorni. Manca ancora il riconoscimento ufficiale del corpo, ma i parenti hanno visionato una foto e confermato la corrispondenza.
E’ stata un’emorragia a provocare il decesso della ragazza trovata morta. Il dissanguamento è legato alle ferite trovate sul collo e sull’addome. Le ferite, probabilmente inferte da un’altra persona, sono state provocate da un coltello. E’ quanto emerge dall’autopsia condotta sul corpo della giovane dal medico legale Roberto Testi, che ha consegnato una relazione preliminare parziale alla procura di Aosta. Ci vorranno invece alcuni giorni per conoscere l’esito degli esami tossicologici.
Da definire anche l’orario stimato della morte e da quanti giorni il corpo si trovava lassù. La procura di Aosta ha aperto un fascicolo per omicidio. La vittima era sdraiata per terra nella cappella del villaggio abbandonato di Equilivaz, sopra La Salle, tra Aosta e Courmayeur. Mora di capelli, indossava una felpa beige e dei leggings, aveva un piercing all’ombelico.
“Sembrava molto giovane, vent’anni ma forse anche meno, probabilmente era straniera” è la descrizione di chi ha visto il cadavere. Accanto al corpo una confezione di marshmallow, qualche cartaccia e dei rifiuti. Con sé non aveva documenti né un telefono cellulare. Al momento non è ancora stata identificata, gli inquirenti stanno vagliando le denunce di scomparsa in Italia e all’estero. Dai primi riscontri sulle ferite l’ipotesi che emerge come la più probabile è quella di un delitto d’impeto, un’aggressione scoppiata magari per futili motivi e poi degenerata. Anche la posizione in cui è stata trovata la vittima, raggomitolata in posizione fetale, conferma questa tesi.
Gli inquirenti sono alla ricerca di un uomo, che – secondo alcune testimonianze – era stato notato nella zona assieme ad una ragazza che corrisponde dalla descrizione della vittima. Potrebbe essersi allontanato dalla Valle d’Aosta a bordo di furgone rosso/bordeaux, parcheggiato per un paio di giorni vicino al sentiero che porta al villaggio abbandonato: le vie di fuga sono molteplici, i trafori verso la Francia e la Svizzera sono a pochi chilometri. Alla ricerca di indizi (e di un numero di targa) i carabinieri stanno acquisendo tutte le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza piazzate sulla strada statale 26.
A scoprire il cadavere, venerdì scorso verso le 14.30, è stata una persona del posto che stava facendo una passeggiata. Sul terreno erano evidenti segni di trascinamento, che indicano che il corpo è stato trasportato di peso all’interno dell’ex cappella: l’eventuale aggressione dovrebbe pertanto essere avvenuta all’esterno, in mezzo alla boscaglia.
Un testimone: “Due ragazzi sofferenti”
“Martedì mattina, il 2 di aprile, quei due ragazzi erano qui davanti. Camminavano, erano a piedi. Lei: molto bella, ma sofferente, emaciata. Lui con i ricci neri e la carnagione olivastra. Erano vestiti come due dark, tutti di scuro. Come quei ragazzi che venerano la morte. Ho pensato: due vampiri. E ho pensato anche un’altra cosa, per cui adesso provo molta vergogna: lei era così pallida che sembrava un cadavere. Non riesco più a dormire sapendo quello che è successo”. E’ il racconto di un testimone – raccolto e pubblicato dal quotidiano La Stampa – in merito al ritrovamento di una ragazza morta in una chiesetta diroccata sopra La Salle, in Valle d’Aosta.
“Mi sembravano – prosegue – due di quei ragazzi che si tagliano e si procurano delle ferite. Emo. Dark. Non so come definirli. Ragazzi sofferenti. Mi hanno raccontato di essere arrivati dal confine svizzero. Cercavano un supermercato grande per fare la spesa. E poi volevano andare a campeggiare sulle montagne. Per questo so che non esiste il furgone di cui ho sentito parlare al telegiornale. Perché mi hanno chiesto indicazioni per la fermata del pullman, io li ho accompagnati e li ho visti salire a bordo”. “Ha sempre parlato lui. Si esprimeva in un buon italiano, anche se non sembrava italiano. Era molto più giovane di lei, non dico minorenne ma quasi. Non sembrava un tipo violento, tutt’altro. Non sembrava nemmeno uno con problemi di droghe. Con me è stato gentile. Io non credo che l’abbia uccisa” conclude il testimone.
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