Trump firma le lettere sui dazi, ore decisive per l’Ue – Nord America – Ansa.it

Trump firma le lettere sui dazi, ore decisive per l’Ue – Nord America – Ansa.it


Il conto alla rovescia per trovare un’intesa con gli Usa sui dazi inizia a farsi sempre più pressante. Donald Trump, alimentando la strategia della tensione, ha annunciato di aver firmato “12 lettere” destinate ad altrettanti Paesi con dentro “importi differenti” sui futuri balzelli e che saranno inviate lunedì. Ma non ha specificato a chi saranno inviate. La Commissione Europea, nel mentre, continua a negoziare – formalmente è la sola titolare del dossier – per trovare “una soluzione, che rimane la nostra priorità”. “Allo stesso tempo – ribadisce un portavoce – ci stiamo preparando all’eventualità che non si raggiunga un accordo soddisfacente”. In quel caso, saranno dolori.

Al momento si sta valutando un accordo provvisorio che manterrebbe un dazio del 10% sulla maggior parte delle esportazioni, secondo quanto comunicato venerdì dalla Commissione Europea agli ambasciatori dell’Ue. Oltre alla tariffa di base, le discussioni si concentrano su possibili agevolazioni a settori industriali specifici, come quello automobilistico — gli Stati Uniti applicano dazi del 25% sulle automobili e del 50% su acciaio e alluminio. Secondo l’analisi della Commissione, all’inizio della prossima settimana gli Usa divideranno i propri partner commerciali in tre gruppi. Una sorta di status gold per chi ha raggiunto un accordo di massima, con la possibilità di ulteriori riduzioni in una fase successiva, confermando dunque la sospensione reciproca. Un silver per chi non è stato ancora in grado di raggiungere un’intesa generale e si vedrà colpito dai dazi specifici (il che, per l’Ue, significherebbe il 20% fino alla conclusione dell’accordo). E infine un bronze per i partner con cui i negoziati stanno procedendo male, con il ritorno ai dazi applicati precedentemente fino a nuovo avviso.

“Non è ancora chiaro come Trump classificherà l’Ue ma dai negoziati è emerso chiaramente che in tutti gli scenari sopra descritti permarrà uno squilibrio nelle misure commerciali tra noi e gli Stati Uniti e questo porta a chiedersi come possiamo prepararci a porre rimedio a tale squilibrio”, spiega una fonte diplomatica. Ed è qui che tutto si complica poiché i 27 sono divisi su che strategia adottare e si moltiplicano i contatti bilaterali con Trump (l’ultimo in ordine cronologico, per ora, è quello di Giorgia Meloni). Prima d’impegnarsi definitivamente, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen dovrebbe consultarsi individualmente con i leader europei nel fine settimana per decidere la strada da seguire. Perché è vero che è lei guidare le danze ma su un argomento così delicato non può permettersi di ballare da sola. Trump, dal canto suo, dovrebbe, a quanto pare, avere un ultimo round di discussioni con i suoi consiglieri il prossimo lunedì e dunque si andrà al fotofinish.

“C’è una scadenza che è il 9 luglio: potenzialmente può essere oggetto di un’intesa e al tempo stesso può essere anche oggetto di una proroga, è una trattativa molto complessa”, ha azzardato il vicepresidente della Commissione, Raffaele Fitto, dalla masseria di Bruno Vespa.
“Tra gli Stati membri la grande domanda sarà se raggiungere un accordo a tutti i costi per evitare una guerra commerciale o mostrare i muscoli se il compromesso non è soddisfacente”, azzarda un altro diplomatico europeo. “E qui entriamo nella questione delle misure di compensazione, che sono sul tavolo ma non ancora formalmente concordate”. Ovvero il bazooka di contro-dazi del valore di 100 miliardi di euro. La logica, ormai, è quella del poker: rilanci e bluff. Prima Trump ha minacciato il 50% secco all’Ue se non si piega, poi, in un recente sviluppo, ha evocato un manganello del 17% sulle importazioni di prodotti alimentari (nervo sensibile per molti Stati membri, tra cui senz’altro l’Italia e la Francia). 

 

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA



Source link