“Direi di sì”: Donald Trump ha risposto così a una domanda in una intervista con la Cbs “se i giorni di Maduro sono contati”. Ma non ha voluto rispondere su possibili attacchi al Venezuela, dopo la maxi concentrazione di uomini e mezzi americani nei Caraibi.
Trump si è vantato di aver messo fine a otto guerre usando varie tattiche negoziali, a partire dai dazi. “E perché non ha funzionato con Putin”, gli ha chiesto la conduttrice. “Sta funzionando con Putin, io penso”, ha replicato il tycoon, che sui test nucleari ha osservato: “La Russia ha annunciato che testerà armi nucleari, la Corea del Nord lo fa costantemente, anche la Cina lo fa, ma non ne parlano mentre noi sì perché siamo una società aperta”.
Il presidente statunitense ha però affermato che non sta prendendo in considerazione l’idea di fornire all’Ucraina i Tomahawk, i missili a lungo raggio. Alla domanda di un giornalista a bordo dell’Air Force One se non stesse valutando la possibilità di fornire queste armi a Kiev, il presidente ha risposto: “No, non proprio”.
E sugli asset russi congelati ha commentato: “Immagino che l’Europa e la Russia stiano discutendo, io non sono coinvolto in queste discussioni”.
Trump ha quindi dichiarato che l‘esercito americano potrebbe schierare truppe in Nigeria o effettuare attacchi aerei per fermare l’uccisione di un gran numero di cristiani nel paese africano: “Stanno uccidendo un numero record di cristiani in Nigeria… Stanno uccidendo i cristiani e li stanno uccidendo in gran numero. Non permetteremo che ciò accada”.
Parlando poi di politica interna, il leader della Casa Bianca ha sostenuto che le incursioni delle forze federali dell’immigrazione, criticate dai suoi oppositori, non siano sufficientemente severe. “Questi interventi di polizia sono troppo estremi?” gli è stato chiesto, sullo sfondo di immagini che mostrano una donna gettata a terra in un corridoio da un agente, gas lacrimogeni lanciati in un quartiere residenziale di Chicago e un finestrino di un’auto rotto da un agente di polizia. “No, penso che non siano abbastanza incisivi”, ha risposto, affermando che sono stati “frenati da giudici progressisti”.
“È d’accordo con questi metodi?” ha incalzato la giornalista. “Sì, perché bisogna far uscire la gente. Bisogna vedere chi sono queste persone; molti di loro sono assassini, molti di loro sono stati deportati dai loro Paesi perché criminali”, ha risposto Trump. Interrogato sull’arresto di migranti senza precedenti penali, il presidente americano ha replicato che “bisogna mettere in atto una politica”. “E questa politica deve essere: ‘Siete entrati nel nostro Paese illegalmente, ve ne andrete'”, ha sostenuto. “Tuttavia, è anche: ‘Voi ve ne andrete, lavoreremo con voi e tornerete nel nostro Paese legalmente'”, ha aggiunto.
Sul prossimo sindaco di New York, ha attaccato ancora il candidato democratico Zohran Mamdani definendolo “comunista, non socialista” e minacciando di tagliare miliardi di dollari di finanziamenti federali a New York City se Mamdani venisse eletto e adottasse politiche che non gli piacciono.
Sullo shutdown ha poi lanciato un invito ai democratici: “Votino per rifinanziare il governo uscendo dallo shutdown e ci sediamo per lavorare insieme per sistemare l’Obamacare, che è un disastro per i cittadini”. Trump non ha precisato però cosa intenda per “sistemare” l’Obamacare. In alternativa, il tycoon ha suggerito che i repubblicani aboliscano la regola sulla soglia dei 60 voti al Senato per approvare un progetto di legge
La Cina nega i test sulle armi nucleari dopo le accuse di Trump
La Cina ha negato di aver testato armi nucleari, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che il Paese era tra quelli che avevano condotto test sconosciuti al pubblico.
“La Cina ha sempre aderito alla strada dello sviluppo pacifico, ha perseguito una politica di non primo utilizzo delle armi nucleari, ha sostenuto una strategia nucleare di autodifesa e ha rispettato il suo impegno a sospendere i test nucleari”, ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning.
L’Iran a Trump: ‘Non è troppo tardi per invertire la rotta’
“Il Presidente (Donald Trump) è entrato in carica promettendo di porre fine alle imbrogli di Obama e Biden da parte di Netanyahu. Non è troppo tardi per invertire la rotta”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in un messaggio sul suo account X.
“Nelle ultime 48 ore, l’atroce menzogna secondo cui i bombardamenti illegali israeliani e statunitensi sull’Iran (durante la guerra Iran-Israele di giugno) fossero motivati da un’imminente minaccia nucleare, è stata ampiamente smentita dal direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, che ha dichiarato esplicitamente che l’Iran ‘non sta e non stava’ sviluppando armi nucleari, e anche dal mio omologo omanita, (Badr bin Hamad) Al Busaidi, un intermediario di fiducia sia dell’Iran che degli Stati Uniti, che ha chiarito che non c’è mai stata alcuna ‘minaccia nucleare’ iraniana”, ha aggiunto Araghchi.
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