Vota il Brandeburgo, testa a testa Afd-Spd – Notizie – Ansa.it

Vota il Brandeburgo, testa a testa Afd-Spd – Notizie – Ansa.it


Sono aperti da stamani alle 8 i seggi elettorali nella regione tedesca del Brandeburgo, dove si profila un testa a testa fra l’ultradestra di Afd e i socialdemocratici. Le urne chiuderanno alle 18, quando ci saranno anche i primi exit poll. Al voto vengono chiamati 2,1 milioni di cittadini del Land di Potsdam, finora governato da una coalizione formata da Spd, Cdu e verdi.

Stando ai sondaggi Alternative fuer Deutschland è in vantaggio col 28%, inseguita dai socialdemocratici del governatore uscente Dietmar Woidke. La Cdu è data al 14%, e il partito di Sahra Wagenknecht BSW al 13%. Fuori dal parlamentino resterebbero i verdi col 4,5%, la Linke col 4% e i liberali. Il voto sarà un test cruciale anche per il cancelliere Olaf Scholz: se il suo partito dovesse perdere per la prima volta dalla Riunificazione il primato nella regione potrebbe saltare la candidatura del Kanzler nel 2025. Dal canto suo, il presidente regionale Woidke ha già fatto sapere che farà un passo indietro se risulterà secondo.  

Olaf Scholz sarà a New York a giocarsi la carta del “cancelliere della pace” alle Nazioni unite, quando arriveranno i risultati del voto dal Brandeburgo.
Ma le urne del Land, dove i socialdemocratici stanno combattendo fino all’ultimo minuto per evitare il sorpasso dell’ultradestra, rappresentano un segnale decisivo proprio per il Kanzler: da questo potrebbe dipendere la sua candidatura nel 2025, ha scritto senza mezzi termini la Sueddeutsche Zeitung del weekend.

I sondaggi danno un testa a testa, e Afd risulta in vantaggio per un soffio: 28% contro il 27% dei socialdemocratici, che guidano il Land dalla riunificazione. Di qui la portata simbolica di una partita che si potrebbe decidere anche con una differenza di pochi decimali. I socialdemocratici di Woidke, che attualmente governano con Cdu e Verdi, hanno fatto un miracolo nella partita elettorale recuperando quasi dieci punti da agosto. Ma oggi gli elettori dovranno sforzarsi di più, se vorranno mantenere il governatore e rilanciare il cancelliere: il presidente della regione ha già chiarito che se dovesse arrivare secondo, pur potendo continuare a governare – Afd è isolata anche ne Land che circonda Berlino – cederebbe il testimone alla assessora alle finanze Katia Lange. E diverse voci dalla Willy Brandt Haus confermano che il malcontento nei confronti di Scholz potrebbe montare fino a fargli preferire il ministro della Difesa Boris Pistorius, per le federali in agenda il prossimo anno.

“Io spero soprattutto che arrivi il segnale che il Land del Brandeburgo riconosce ancora l’apertura al mondo, la libertà e la democrazia”, ha detto Woidke chiudendo la campagna elettorale. Il leader regionale ha di fatto preso le distanze dal Kanzler, che non ha avuto palchi per perorare la causa socialdem in Brandeburgo. Il messaggio di Scholz è arrivato da un dialogo con gli elettori, nel quale venerdì sera ha fatto annunci più impegnativi del solito. Oltre a promettere un pugno più fermo nella conduzione della sua litigiosa coalizione, Scholz ha ribadito l’assoluta risolutezza nel non cedere sulla consegna dei Taurus a Kiev: “Non consegneremo mezzi militari in grado di arrivare fino a Mosca”, ha affermato, rimarcando inoltre che sia “venuto il tempo di sondare le possibilità” della pace. “È molto importate che domenica sia l’Spd ad affermarsi come partito politico più forte e non l’Afd – ha anche ammonito -. Abbiamo bisogno di essere aperti al mondo per stabilizzare la nostra economia”.

I populisti di Alternativa sono guidati invece da Hans Christof Bernd, “non un teorico” secondo gli analisti locali, ma un politico capace nel contatto con la gente. E l’Afd dovrebbe la sua capacità di richiamo alla per ora insuperata abilità su Tik Tok, si spiega anche. Ad attaccarli alla vigilia del voto, è stato il leader della Cdu Friedrich Merz: “Alternative fuer Deutschland contraddice quello che costituisce il nucleo e l’anima del nostro partito. La differenza fra patrioti e nazionalisti è molto semplice: noi amiamo il nostro Paese, loro odiano tutti gli altri”. “Sì, vogliamo limitare il numero dei rifugiati e dei richiedenti asilo – ha detto anche – ma non usiamo toni xenofobi”.

A destabilizzare il governo del semaforo potranno contribuire anche i risultati degli alleati del cancelliere, già schiaffeggiati dagli elettori in Sassonia e Turingia due settimane fa, quando l’ultradestra si è affermata per la prima volta come primo partito: nel Brandeburgo i Verdi sono dati al 4,5% mentre i liberali non risultano neppure rilevabili. Atteso un disastro anche per la sinistra della Linke, al 4%, anche a causa del partito di Sara Wagenknecht, che con il 13% potrebbe esordire anche in questa regione con un risultato a due cifre.

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