Il papà di Giulia Tramontano, ‘Sia fatta giustizia per lei e Thiago’ – Notizie – Ansa.it

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 “Nulla ci restituirà Giulia, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora, affinché sia fatta giustizia. Giustizia per lei e Thiago”. Così Franco Tramontano, papà di Giulia, in una storia su Instagram pubblicata la mattina della nuova udienza a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della ex fidanzata incinta al settimo mese, uccisa con 37 coltellate lo scorso 27 maggio a Senago, nel Milanese. Davanti alla Corte d’Assise di Milano, verranno sentiti i medici legali e il consulenti del procuratore aggiunto Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo. “Oggi ancora più forte: giustizia per Giulia e Thiago”, scrive su Instagram la mamma della 29enne, Loredana Femiano.
    “Continueremo a lottare ogni singolo istante della nostra vita – ha aggiunto il fratello Mario – , affinché sia tolta la libertà per sempre a chi ti ha negato di essere una madre, una figlia, una sorella e tanto altro. Ti amo e mi manchi Giuliè”. Nessuno dei familiari oggi è presente in aula. 

Corte di Milano, porte chiuse durante la proiezione delle immagini del corpo di Giulia

La Corte d’Assise di Milano ha stabilito che, durante la proiezione in aula delle immagini del cadavere di Giulia Tramontano, l’udienza deve essere celebrata a porte chiuse. Su richiesta del legale di parte civile, Giovanni Cacciapuoti, al quale si sono associate sia l’accusa che la difesa, giornalisti e pubblico, tra cui anche diversi studenti, sono stati fatti uscire dall’aula.

Nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della ex fidanzata incinta al settimo mese, oggi saranno sentiti i medici legali e i consulenti. Stampa e pubblico potranno rientrare soltanto dopo la visione delle fotografie del corpo al momento del rinvenimento e dell’autopsia. 

Medico legale: “Giulia è morta dopo aver ricevuto 37 coltellate”

Giulia Tramontano è morta “a causa di una massiva emorragia acuta” provocata da “lesioni vascolari cervico-toraciche” inflitte con un’arma da taglio. A spiegarlo in aula, nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della fidanzata incinta al settimo mese, è il medico legale Nicola Galante.

La 29enne, come è stato sottolineato davanti alla Corte di Assise di Milano, è stata uccisa con 37 coltellate e “la morte del feto è successiva alla morte della madre, determinata da una insufficienza vascolare provocata dall’emorragia materna”. Sul corpo della donna, colpita dall’ex barman nella loro abitazione a Senago, nel Milanese, non vi erano “lesioni da difesa. 

Secondo il medico legale Andrea Gentilomo, sentito a sua volta in aula come testimone, “l’impressione” è che Giulia sia stata colpita alle spalle. A renderlo “plausibile”, le parti del corpo in cui è stata ferita: “il collo, la base del collo e la parte superiore del torace”, tutte “raggiungibili tranquillamente da una persona che sta alle spalle”.

Dei 37 colpi, 24 sono stati inflitti “nell’area cervicale”, mentre le tre lesioni sul volto “potrebbero essere compatibili” con un tentativo da parte della vittima di girarsi. Come hanno spiegato i testimoni, “l’epoca della morte è un problema dal punto di vista tecnico”, perché il cadavere è stato “incendiato”.

La “stima minima” è di almeno 48 ore prima del rinvenimento del corpo, fino “a un periodo che non supera i cinque giorni”.

Tossicologo in aula: “Sembra esserci stato un aumento della somministrazione di veleno a Giulia”

Nell’ultimo mese di vita di Giulia Tramontano “sembra esserci stato un aumento” della somministrazione di bromadiolone, cioè un veleno per topi che, se assunto in dosi elevate, può portare alla morte “per emorragia”. Lo ha spiegato in aula il tossicologo Mauro Minoli, sentito come testimone davanti alla Corte di Assise di Milano nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della fidanzata incinta al settimo mese.

Secondo l’accusa, l’ex barman avrebbe tentato di avvelenarla per mesi con il topicida prima di ucciderla lo scorso 27 maggio con 37 coltellate. Per l’esperto “è impossibile dire quanto tempo è trascorso dalla prima somministrazione”. Di certo, però, l’assunzione è risultata essere avvenuta “nell’arco di almeno due mesi e mezzo”.

Rispondendo alle domande del pm Alessia Menegazzo, il tossicologo ha spiegato che il topicida “ha un sapore amaro”, non percepito dai roditori ma indispensabile per impedire che venga ingerito accidentalmente dall’uomo. Tra gli effetti collaterali del veleno, poi, vi è anche il “mal di stomaco”, in quanto la sostanza può causare “piccole emorragie a livello gastrico”.

Stando a quanto emerso dalle indagini, già nel dicembre del 2022 Giulia si lamentava in chat del mal di stomaco e, a quanto testimoniato anche nella scorsa udienza dalla sorella Chiara, “Giulia diceva che tutto quello che mangiava aveva un sapore assurdo”.

Il topicida rinvenuto sul cadavere di Giulia Tramontano “è molto vago – ha osservato il difensore di Alessandro Impagnatiello, l’avvocato Giulia Geradini, fuori dall’aula -, nel senso che non sono in grado, visto che c’è poca letteratura scientifica sul topicida, di dire effettivamente quante dosi.

L’elemento che è emerso è che la somministrazione è veramente irrisoria, cioè un quantitativo non in grado di provocare la morte di un individuo”. Commentando la testimonianza del tossicologo Mauro Minoli, il legale Samanta Barbaglia, che difende con la collega l’ex barman imputato a Milano per l’omicidio della fidanzata incinta al settimo mese, ha aggiunto che “l’elemento verrà valutato ai fini di stabilire se sussiste l’aggravante della premeditazione. Il dato certo è che è un quantitativo irrisorio e irrilevante”.

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