Spuntano anche i nomi dei fratelli Aldo e Mauro Russo, uno cognato di Paolo Maldini e l’altro socio in affari dello stesso capitano del Milan e di Christian Vieri, nell’elenco delle persone perquisite ieri durante il blitz contro i capi ultrà di Inter e Milan. Mauro Russo, secondo quanto si apprende, è indagato, il fratello Aldo no. Come si legge nella richiesta di misura cautelare della Procura di Milano, Mauro Russo avrebbe corrotto, per il capitolo che riguarda gli affari sui parcheggi vicino allo stadio, Manfredi Palmeri, esponente di ‘M.I Stadio srl’ e consigliere regionale della Lombardia, ora indagato.
L’Inter “nella attualità, alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni”. Lo scrivono i pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra nella richiesta di custodia cautelare per gli ultrà arrestati ieri. Per il club nerazzurro, cosi come per il Milan, entrambi non indagati, come chiarito ieri, è stato aperto un “procedimento di prevenzione”, senza richieste di amministrazione giudiziaria, ma con un contradditorio coi legali delle società.
“Abbiamo fatto come Comune un accesso agli atti perché vogliamo sapere se ci sono aspetti che possono riguardare noi come soggetti che hanno avuto un danno’, dice il sindaco di Milano Sala, commentando l’inchiesta che ha coinvolto con 19 arresti i vertici delle Curve di Inter e Milan. ‘Molto male quello che è successo, molto bene però quello che sta facendo la Procura. È chiaro che è una situazione che va raddrizzata rapidamente perché era nell’aria che c’era qualcosa che non andava. Di fatto stiamo affidando qualcosa che è nostro, cioè lo stadio, a qualcun altro. Dobbiamo sapere se questo qualcun altro è in condizione di gestirlo. Il Comune per questo è parte in causa, e quel qualcuno ora deve dimostrare, come dicono i pm, di poter gestire’, aggiunge il sindaco facendo riferimento a Inter e Milan che sono chiamate in causa nell’inchiesta.
Da un’intercettazione di un dialogo tra Marco Ferdico, capo ultrà interista, e Massimiliano Silva, dirigente addetto ai rapporti con la tifoseria, agli atti dell’inchiesta della Dda di Milano sugli ultrà delle curve di Milan e Inter, emerge “il timore che dietro le quinte ci fossero velate indagini giudiziarie, riservatamente apprese da Cameruccio”, Senior Security Manager del club nerazzurro, “grazie alle sue conoscenze”. Lo segnala il gip Domenico Santoro in un capitolo delle quasi 600 pagine dell’ordinanza cautelare.
Ferdico e Silva, a fine luglio del 2023, come risulta dagli atti, parlavano della “problematica ancora irrisolta degli abbonamenti al secondo anello verde, svincolati dagli Irriducibili”, gruppo estromesso a suon di intimidazioni, “e reclamati dal direttivo” della curva nord. Sulla possibilità che Ferdico e i suoi si accaparrassero quegli abbonamenti (una “battaglia” per averli, si legge) per gestirli, e quindi incassare, pendeva “il diniego di Cameruccio”. Ferdico: “io gli ho accennato (a Sala, altro dirigente nerazzurro, ndr) un discorso a dire ‘ma c’è qualche problema extra?’… senza che entriamo nei dettagli come mi avevi fatto, tra virgolette, intendere tu (…) per Claudio (Sala, ndr) non ci sono problemi, per la Digos non ci sono problemi, per il direttore (Marotta, ndr) ti avevo detto che non ce n’erano problemi perché aveva parlato Claudio e io ti ho detto ‘io non lo so se Cameruccio parla con altri uffici di un livello superiore’, questo è quello che ti ho detto”.
Uno “scambio di battute”, secondo il gip, che “non ha lasciato spazio a diverse interpretazioni”, sul fatto che potessero essere circolate informazioni sulle indagini in corso, “tant’è che Ferdico, di fronte all’ipotesi di una prossima conferma di rifiuto da parte di Marotta e Cameruccio” sulla questione abbonamenti, “ha avvertito Silva che in quel caso avrebbe preteso delle motivazioni”. Ferdico a Silva: “se poi Marotta dà l’ok siamo salvi, se invece Marotta non dà l’ok ci deve spiegare Cameruccio il perché no, almeno avere una spiegazione e dire ok no, ma perché'”.
In una telefonata del 26 maggio 2023 tra il capo ultrà interista Marco Ferdico e Marco Materazzi, ex difensore nerazzurro, è emerso che il primo “avrebbe saputo da Zanetti” ex capitano dell’Inter e vicepresidente – “che …’ci sono dei funzionari di Polizia che stanno monitorando la curva anche per l’accaduto…al povero Vittorio”. Il riferimento è all’omicidio dello storico leader ultrà interista Vittorio Boiocchi, ucciso nell’autunno 2022. Lo si legge negli atti dell’inchiesta di Milano. La circostanza, si legge ancora negli atti della Procura e del gip, sarà “certamente approfondita quando l’indagine potrà essere disvelata”.
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