Ridurre l’uso di plastica negli imballaggi e prolungare la shelf-life dei prodotti freschi per contenere gli sprechi. Dai materiali 100% bio-based che replicano le proprietà della plastica senza causare gli stessi danni, al dispositivo biodegradabile da inserire direttamente nelle confezioni, in grado di allungare la vita dei prodotti anche di 20 giorni, all’additivo antimicrobico naturale derivato dagli scarti della liquirizia che assicura la conservazione di frutta fresca come le fragole.
Sono le soluzioni innovative messe a punto da tre startup italiane, Mama Science, Alkelux e AgreeNet, per ridurre lo spreco alimentare che vale 14,1 miliardi di euro nel 2024 (+45,6% in un anno), con il 28,5% concentrato nella fase di commercializzazione e quindi sostituire le confezioni di plastica che riguardano il 66% dei prodotti, il cui riciclo effettivo è inferiore al 50%. A selezionarle è FoodSeed, il programma di accelerazione AgriFoodtech promosso da Cdp Venture Capital Sgr, con il supporto di Fondazione Cariverona, UniCredit e Eatable Adventures.
Mama Science, con sede a Bologna, ha sviluppato una linea di coating e film biodegradabili realizzati interamente da materie prime vegetali che, applicati su verdure, carni o latticini, prolungano la shelf-life dei prodotti riducendo drasticamente l’utilizzo di imballaggi convenzionali. Dalla Sardegna arriva invece la proposta di Alkelux, una polvere integrabile nei materiali di confezionamento senza modificare le linee produttive esistenti; completamente priva di metalli e solubile in acqua, rappresenta una soluzione scalabile contro lo spreco.
E’ di AgreeNET, infine, startup specializzata in tecnologie bioattive, il pod che emette particolari sostanze naturali prodotte dalle piante per proteggersi da microrganismi patogeni, in grado di allungare la shelf life di frutta e verdura anche di 20 giorni, offrendo un vantaggio competitivo concreto anche per chi esporta.
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