“Quello che volevo è una riforma che non mettesse in discussione l’autorevolezza e l’unità che il capo dello Stato garantisce – ha detto la premier Giorgia Meloni, ospite della puntata di “Porta a porta”, in onda in serata su Rai 1, parlando del premierato -, ma cambia molto quando hai un mandato diretto dei cittadini, ai cittadini rispondi. Quando hai un mandato che viene dai partiti rispondi a loro. Il presidente della Repubblica è il garante della Costituzione, questa disparità non la vedo. Dopodiché, vogliamo introdurre anche l’elezione diretta del presidente della Repubblica? io non sono contraria”.
“Non si può dire che abbiamo favorito gli autonomi rispetto ai lavoratori dipendenti, a cui abbiamo dedicato la misura che ha impattato di più in legge di bilancio, il taglio del cuneo contributivo, che vale cento euro al mese in busta paga. Sono assolutamente per mantenerlo nella prossima legge di bilancio”.
“Salvini mi accennò qualcosa diverso tempo fa – ha spiegato la premier – poi ho visto che oggi ha ribadito che sta lavorando a questa norma ma non la conosco, non sono in grado esprimere giudizio. Ho letto il comunicato del ministero dei Trasporti che parla di sanare piccole difformità interne, cioè se hai alzato un tramezzo per fare due stanze dove ce ne era una. Se è questo parliamone, è ragionevole, ma non posso ragionevolmente commentare una norma che non ho letto”.
“Quando ho dovuto criticare la commissione europea non mi sono fatta problemi, poi sono diventata presidente del Consiglio e ho costruito una doverosa collaborazione istituzionale con von der Leyen, perché devo portare risultati a casa per l’Italia ed è l’unica cosa che mi interessa. Dopodiché le elezioni sono un’altra cosa. Von der Leyen è la candidata del Ppe, io sono presidente dei Conservatori europei, e i conservatori potrebbero anche avere un loro candidato alla presidenza della Commissione, questa è una decisione che dobbiamo ancora prendere”.
“Loro vogliono un sistema in cui il Pd riesce a governare anche quando perde le elezioni”, ha detto Meloni rispondendo a una domanda di Bruno Vespa sulla contrarietà delle opposizioni alla riforma sul premierato.
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