“Non è certamente leggera e non fa distendere la marijuana di cui canta Sfera Ebbasta, che ne rivendica l’uso (“fumo erba in quantità”) e l’esalta come nella canzone ‘Notti’ (“sai che non lo faccio per moda, più che altro per bisogno, che ho bisogno di ‘sta roba per non tornare sul fondo”). Non è leggera perché sul fondo di una discoteca, la Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona) l’8 dicembre del 2018 sono caduti senza rialzarsi 5 adolescenti ed una madre proprio mentre attendevano l’arrivo di questo rapper. Il rapper era lontano dalla discoteca, quindi nessuna criminalizzazione per l’episodio specifico che fu provocato da un gruppo di giovani che avevano usato spray urticante per commettere rapine”. Lo ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano, in audizione alla commissione parlamentare Infanzia.
“Non ho qualificato in termini criminali – ha precisato Mantovano – trapper e rapper, ma nessuno può sottovalutare un effetto condizionante, dovremmo provare a rompere questo circuito vizioso. E’ lo stesso effetto condizionante che in alcuni ambienti del radicalismo islamico fa sì che si sviluppi l’antisemitismo”.
“C’è un aumento della percentuale media di principio attivo nella cannabis. 40 anni fa la concentrazione di Thc era tra l’1 e il 2%; è passata al 25% nel 2023. E già l’1% può causare effetti gravi su un soggetto in età evolutiva. Va usata quindi estrema cautela nel definire leggera una sostanza che ha il 25% di principio attivo: è come dire che mezzo litro di birra è uguale a mezzo litro di grappa”, ha detto Mantovano, spiegando che nel 2023 il consumo di sostanze stupefacenti ha superato i livelli prepandemici e che 516 mila studenti (il 34% di quelli tra i 15 ed i 17 anni) hanno riferito di aver consumato almeno una volta una sostanza mentre il 4,5% ne fa uso frequente.
Associazione Coscioni, sulla cannabis il governo sbaglia
“Ammesso e non concesso che le parole di un paladino della proibizione siano da prendere per oro colato, lo denunciamo da anni: il controllo del mercato della cannabis nelle mani della criminalità organizzata non può che avere l’effetto di aumentarne la potenza e quindi l’eventuale pericolosità. L’obiettivo delle mafie è quello di vendere sempre di più e roba sempre più potente. Se lo Stato controllasse il mercato della cannabis, come degli altri stupefacenti, potrebbe avere controllo delle percentuali di principio attivo previste per legge, scoraggiando o mettendo fuori commercio (come si è fatto negli anni con il tabacco) le qualità più pericolose. Esattamente il contrario di ciò che sta facendo il Governo Meloni sulla cosiddetta cannabis light”. Lo affermano Marco Cappato e Marco Perduca dell’associazione Luca Coscioni.
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